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I veri e propri paladini dello straordinario nettare che è il vino Primitivo. La storia della cooperativa è infatti strettamente correlata a questo vitigno. L’avventura della Cantina ha inizio nel 1928 quando un ristretto gruppo di “illuminati” vignaioli rilevano un vecchio stabilimento. Nel 1932 ufficializzeranno la loro forma giuridica di cooperativa con l’istituzione del “Consorzio Produttori Vini e Mosti rossi superiori da taglio per la zona di Manduria”. Le sorti dell’azienda si intrecciano in maniera indissolubile a quelle del prodotto principe del territorio il “Primitivo di Manduria”, vino dapprima relegato al basso rango di vino migliorativo, destinato cioè ad irrobustire le blasonate etichette francesi e del nord Italia, poi risorto quando intorno alla metà degli anni ’90 si è deciso di operare un’inversione di rotta puntando sulla qualità e sul valore aggiunto della bottiglia. La Cantina Produttori di Manduria dispone oggi di 1000 ettari di vigna, di cui oltre la metà vocata alla produzione di Primitivo, e difende strenuamente il lavoro di 400 piccoli artigiani del vino, gli unici a potersi fregiare dell’appellativo di Maestri in Primitivo. Ma come ogni grande vino che si rispetti anche il Primitivo di Manduria doc aveva bisogno di essere raccontato, vissuto, celebrato. Ciò ha portato all’allestimento, nell’ala più antica e nelle ipogee cisterne della Cantina di un ricco Museo di rilevanza etnografica e documentaria riguardo il millenario rapporto tra le genti di Manduria e l’arte di far vino.
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